<<QUANDO METTIAMO ALL’ORECCHIO UNA CONCHIGLIA POSSIAMO UDIRE IL RUMORE DEL MARE, DELLE ONDE, DEL VENTO CHE SOFFIA>> MI È STATO DETTO QUANDO ERO BAMBINA. NEL FREDDO VENTO DEL NORD FANTASTICAVO LUOGHI LONTANI, IMMAGINAVO IL MONDO INTERO RINCHIUSO IN QUELLA PICCOLA CONCHIGLIA: OLTRE AI RUMORI DEL MARE, UDIVO IL FRAGORE DELLA VITA, LE VOCI DELLE PERSONE CHE STAVANO IN SPIAGGIA, URLA, RISATE, PIANTI DEI BAMBINI CHE NON VOLENDO OBBEDIRE AI RICHIAMI DELLE LORO MADRI SCAPPAVANO NELL’ACQUA.
CASA È UN SUONO SOTTILE, UNA VOCE, MELODIA DAL PASSATO, UN’IMMAGINE SBIADITA, IL POSTO DOVE PORTANO TUTTE LE STRADE.
DOPO LA SCOMPARSA PREMATURA DEI MIEI GENITORI, HO EREDITATO LA LORO CASA, UNA “GRANDE CONCHIGLIA” CUSTODE DEI SEGRETI. RIVEDENDOLA ORAMAI VUOTA DI SUONI, LONTANA, SONO STATA INONDATA, SOMMERSA DA UNA MAREA DI RICORDI. IL PASSATO, COME ENORMI MASSE D’ACQUA CHE COLPISCONO LE PARETI DELL’ANIMA È RIAPPARSO SCAGLIANDOSI CON VEEMENZA SULLA FRAGILE STRUTTURA DEI CORRIDOI CHE CONDUCONO A MONDI LONTANI: DENTRO STANZE FAMILIARI, OGGETTI DOMESTICI, RELIQUIE DELL’INFANZIA. HO TROVATO VECCHIE FOTO, LA TESTIMONIANZA DELLE VITE PRECEDENTI: VOLTI, SGUARDI, LONTANE PRESENZE A CUI È INUTILE DARE IDENTITÀ. UN NOME, UN LUOGO, UNA DATA, UNA DEDICA SUL RETRO, NIENTE PIÙ. NEL MIO RACCONTO HO VOLUTO SOVRAPPORRE IL PASSATO E IL PRESENTE FOTOGRAFANDO I RITAGLI DEL MIO TEMPO CON MEMORIE DEL LUOGO DOVE HO ABITATO DA BAMBINA, DISTANTE GEOGRAFICAMENTE. DOVE TUTTO SI INTRECCIA IN UN INDISSOLUBILE ABBRACCIO CHIAMATO CASA.
NON RESTA CHE ACCOGLIERE I RUMORI DEL PASSATO, ASCOLTARE IL FRUSCIO NELLE CONCHIGLIE, POICHÉ IL TEMPO FINISCE E IL SUONO, COME LA LUCE, CONTINUA A ESISTERE.
CASA È UN SUONO SOTTILE, UNA VOCE, MELODIA DAL PASSATO, UN’IMMAGINE SBIADITA, IL POSTO DOVE PORTANO TUTTE LE STRADE.
DOPO LA SCOMPARSA PREMATURA DEI MIEI GENITORI, HO EREDITATO LA LORO CASA, UNA “GRANDE CONCHIGLIA” CUSTODE DEI SEGRETI. RIVEDENDOLA ORAMAI VUOTA DI SUONI, LONTANA, SONO STATA INONDATA, SOMMERSA DA UNA MAREA DI RICORDI. IL PASSATO, COME ENORMI MASSE D’ACQUA CHE COLPISCONO LE PARETI DELL’ANIMA È RIAPPARSO SCAGLIANDOSI CON VEEMENZA SULLA FRAGILE STRUTTURA DEI CORRIDOI CHE CONDUCONO A MONDI LONTANI: DENTRO STANZE FAMILIARI, OGGETTI DOMESTICI, RELIQUIE DELL’INFANZIA. HO TROVATO VECCHIE FOTO, LA TESTIMONIANZA DELLE VITE PRECEDENTI: VOLTI, SGUARDI, LONTANE PRESENZE A CUI È INUTILE DARE IDENTITÀ. UN NOME, UN LUOGO, UNA DATA, UNA DEDICA SUL RETRO, NIENTE PIÙ. NEL MIO RACCONTO HO VOLUTO SOVRAPPORRE IL PASSATO E IL PRESENTE FOTOGRAFANDO I RITAGLI DEL MIO TEMPO CON MEMORIE DEL LUOGO DOVE HO ABITATO DA BAMBINA, DISTANTE GEOGRAFICAMENTE. DOVE TUTTO SI INTRECCIA IN UN INDISSOLUBILE ABBRACCIO CHIAMATO CASA.
NON RESTA CHE ACCOGLIERE I RUMORI DEL PASSATO, ASCOLTARE IL FRUSCIO NELLE CONCHIGLIE, POICHÉ IL TEMPO FINISCE E IL SUONO, COME LA LUCE, CONTINUA A ESISTERE.
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